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PROF. CARLO VARALDA

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Mail: info@carlovaralda.it

Prof. Carlo Varalda PhD, riconosciuto come esperto internazionale nell'allenamento della forza  e nella valutazione funzionale. ​Professionista Certificato  che collabora con Federazioni Sportive Nazionali .

Strutturare l’allenamento attraverso il parametro “variability”

15-08-2020 11:23

Carlo Varalda

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Strutturare l’allenamento attraverso il parametro “variability”

Molto spesso il temine variabilità viene utilizzato per indicare le cose che si cambiano all’interno di una o più sessioni di allenamento

Molto spesso il temine variabilità viene utilizzato per indicare le cose che si cambiano all’interno di una o più sessioni di allenamento oppure tra un mesociclo e un altro.

Nel mio lavoro con atleti di elite come con atleti amatori, mi sono posto l’obiettivo di cercare dei parametri utili alla verifica dell’andamento del percorso di allenamento proposto.

Sono un convinto assertore che i test di valutazione siano alla base del mio lavoro e siano molto utili sia a motivare la persona che alleno, sia a mettere in discussione la mia proposta di programmazione.

Da qui la necessità di trovare un termine che sia di facile comprensione e che riassuma ciò che voglio rappresentare con i numeri che vengono fuori da ogni test di valutazione.

Molti anni fa, realizzando per una Federazione Internazionale un protocollo di valutazione di atleti utile per la loro classificazione, sono andato alla ricerca di una terminologia che fosse facilmente comprensibile a chi vedesse per la prima volta il test che proponevo.

Nasce così il termine: “variability”

Con questo termine voglio rappresentare la differenza percentuale che passa tra una prestazione massima e la media della prestazione.

Faccio un esempio per essere più chiaro:

pensiamo di fare una serie di 8 ripetizioni e andiamo a misurare un parametro che può essere la velocità di spostamento, oppure i watt prodotti, oppure la corsa del movimento.

Con otto dati otteniamo una media del valore che è stato realizzato nella serie. Questa media la metto in confronto con la prestazione massimale all’interno della serie.

Prendiamo ad esempio i watt prodotti.

Le 8 ripetizioni generano i seguenti valori: 825; 867; 912; 874; 852; 863; 899; 822 con una media di 864,25. Il picco prestativo è stato di 912 per cui la varibility è 0,95. Più questo dato si avvicina ad 1 più vuol dire che la serie è stata svolta con una certa costanza.

Come utilizzo questo parametro: la ricerca del carico giusto per ottenere da quell’allenamento e quell’esercizio uno stimolo allenante corretto va fatta considerando il parametro variability.

Se la variability è lontana da 1, probabilmente il soggetto ha la forza per spostare quel carico ma non per gestirlo; l’effetto che ne consegue è una grande dispersione dello stimolo che deve generare l’adattamento.

Se la variability è vicina ad 1, vuol dire che si può incrementare il carico avendo buone possibilità che si incrementi quella che possiamo definire l’efficacia allenante.

Questo parametro lo tengo in considerazione in tutte le fasi della periodizzazione dell’allenamento.

Questo argomento è presente nei corsi di formazione relativi alla programmazione e alla preparazione fisica che prossimamente saranno presentati.

Se volete saperne di più contattatemi attraverso il sito o iscrivetevi alla news letter.

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